In sella verso la “stella”

Nella maschera bianca de su Componidori o nei riti della benedizione dei cavalieri è racchiusa l’essenza della Sartiglia. Al corteo, gli uomini indossano il costume da festa e da fatica, la donna con il vestito da sposa e i bambini con gli indumenti che furono dei loro avi. Battono i tamburi al ritmo del galoppo, i cavalieri sono in sella al loro destriero e tra gli incoraggiamenti della folla e la polvere si lanciano verso la stella; solo il respiro soffocato dal cuore in gola per lo scintillio della spada annuncia il successo.

Tra gli applausi si avverte il ballo cadenzato e potente del passaggio dei Mamunthones; l’abito nero con sopra il mantello, le scarpe in pelle, sul viso una cupa maschera nera e sulla schiena tenuto saldo da cinghie di cuoio sa carriga, un grappolo di campanacci squillanti. Una sfilata a ritmo di danza, un giro a destra e uno a sinistra e, in perfetta sincronia, un unico potente frastuono. Un mix di paura e suggestione al passaggio di questi uomini mascherati quasi ipnotizza la folla che li osserva. Al loro fianco, gli Issohadores; giacca rossa e maschera bianca, in sintonia con i loro rumorosi compagni, silenziosamente lanciano un lazzo nella folla per catturare lo spettatore che ignaro assiste allo spettacolo. Gli sguardi attoniti dei catturati sono l’emblema di una festa che lascia a bocca aperta chi la vive da protagonista. Ci sono anche loro, i boes e merdules, volto coperto da una maschera a forma di bue gli uni e raffigurante un vecchio gli altri. La rabbia del merdule mentre rincorre il bue per frustarlo e poi catturarlo rappresenta la lotta tra l’istinto animalesco e  la ragione umana. Di contorno a questa battaglia “Sa Filonzana”che silenziosa cuce il filo della vita e lo taglia se colui che incrocia il suo sguardo non le offre da bere. Insomma tante maschere, tanti abiti e tanti sorrisi quante sono le persone che ogni anno affollano le vie e le piazze di Oristano per far rivivere le tradizioni di tempi lontani.

Fu quasi un secolo fa quando in onore del Re Umberto I venne organizzata la prima cavalcata. Ancora oggi è evidente il fascino di un tempo, culture e tradizioni che regalano l’emozione di una Sardegna colorata e misteriosa. Cavalieri e amazzoni partono da tutti i paesi dell’Isola alla volta di Sassari con indosso ognuno le proprie radici, i costumi colorati e impreziositi da gioielli e amuleti incantano il pubblico esattamente come avvenne tanto tempo fa. Per le strade suonano le antiche musiche, si balla e mentre le donne agitano le gonne e gli uomini lanciano le berritte, poeti e cantanti improvvisati intrattengono con ironiche trallalere in dialetto la folla che plaude alla tradizione e alla cultura di un popolo fiero di sé.

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