La fiamma di Sant’Antonio

In più parti della Sardegna, Sant’Antonio Abate è festeggiato in piazza con folle di persone accalcate su balconi e parapetti per vedere ardere il fuoco che avvolge il tronco d’albero, sa pompia. In alcuni paesi, l’accensione del fuoco anima il ritmo di una processione, tre volte da una parte e tre volte dall’altra, seguita da donne e da uomini che si ritrovano in questa “danza”. I bambini saltano un fuocherello di basse fiamme e si divertono a cospargersi di fuliggine e di cenere, ormai fredda, il loro angelico viso: non è un capriccio, è segno di buon augurio, soprattutto in tempi passati. La festa che allieta l’inverno gelido della Sardegna, scalda il cuore delle persone che in questa occasione ritrovano la convivialità della comunità: settimane di preparativi, adornando le strade e le case con festoni di bandierine colorate, gli uomini devoti a Sant’Antonio Abate si mettono alla ricerca nelle campagne vicine di legname da ardere e di selvaggina da servire mentre le donne sapientemente creano dolci e paste dai profumi e colori più disparati. Durante la festa, gruppi di baldi giovani coraggiosi si addentrano tra le fiamme roventi che sa pompia accoglie nei suoi fianchi e cercano di raggiungere, in lotta tra loro, la vetta del lungo arbusto. Raggiunta la cima e conquistata la corona di arance, la folla si anima in un applauso sconsiderato: il vincitore è stato acclamato e il suo premio è un banchetto ripieno di ogni ben di Dio come il maialetto, la pasta e i dolci. Un bicchiere di vino rosso rubino accompagna i festeggiamenti all’insegna della musica e del ballo sardo che coinvolge inesperti danzatori in circolari coreografie e rendono la giornata di festa indimenticabile per tutto il paese e per i visitatori attratti dalla fiamma di Sant’Antonio.