Emblema della passione dei sardi per la propria tradizione è la vanità, la fierezza e l’eleganza con cui sfilano in processione sfoggiando i loro costumi. Per gli uomini, per le donne e per i bambini, per i ricchi e per i poveri, ogni costume è il rappresentante di un storia diversa. Alla festa del Redentore ali di folla si aprono al passaggio di quelle stoffe dai mille colori sapientemente ricamate a mano e alla vista di quei gioielli ricchi di significati simbolici. I gioielli conservati dalle donne sarde vengono tramandati di generazione in generazione come oggetti sacri e preziosi. Si narra che fossero prodotti dalle fate con lo scopo di mettere in contatto l’uomo con gli dei per invocarne la grazia, mentre altri raccontano che fossero amuleti in dono ai neonati per sottrarli alle insidie del malocchio. Tutti richiami alla magia che questi “bottoni” racchiudono dentro di se. Le camicie sia maschili che femminili, rigorosamente di colore bianco, venivano realizzate fin dai tempi più antichi con il lino tessuto in casa; i copri capo, gli scialli, i pizzi, ogni particolare rende ancora più belle le giovani donne che lo indossano per le solenni ricorrenze. I bambini sono i veri protagonisti delle feste, il loro sguardo è rivolto al futuro, alla gioia di quei momenti indelebili, simboli di una tradizione che non morirà mai perché saranno loro, che in sella al proprio cavallo, porteranno la Sardegna verso nuovi orizzonti.


Fonte: Sardegna DigitalLibrary e Regione Sardegna