…dal Sud-Est

L’amante del mare si trasforma in un pesce e dotandosi di maschera e boccaglio, inizia a perlustrare la zona a Sud-Est della Sardegna nelle acque di Costa Rei. Passeggiando tra le acque che avvolgono il corpo in movimento, si sente smarrito, non capisce se sta svolazzando nel bel cielo azzurro o, semplicemente, nel mare che riflette la sua lucentezza. Il suo respiro viene interrotto dallo stupore: dinanzi ai suoi occhi banchi di pesci piccolissimi si alternano a pesci di media grandezza come saraghi e scorfani che proseguono lentamente ignari della sua presenza. Vedere cotanta vivacità di colori in tutte le tonalità di scuri, fa nascere la voglia di immergersi in quei fondali. Ed allora trasformato in fervente esploratore, il sub si immerge in quelle acque, trasportando il proprio corpo, metro dopo metro, in un blu sempre più nero. Lo stupore provato, viene confermato ma è solo il preludio di ciò che andrà a vedere. La natura generosa regala fondali unici: nudibranchi di giallo luminoso e di viola scuro, aragoste di rosso intenso, paguri racchiusi nella loro conchiglia, cicale e cavallucci marini che aleggiano nell’acqua. Non solo singolari creature da colori improbabili vivacizzano il quadro che il sub ammira, ai suoi piedi sotto le sue imponenti pinne si incanta nel vedere vere e proprie praterie di poseidonia oceanica che popola e colora i fondali di un intenso verde smeraldo. Immerse in queste distese, sbucano con tutta la loro prepotenza pinne nobilis, le cosiddette gnacchere, che se ci si spinge a sfiorarle chiudono in faccia le proprie porte. Travolto da queste visioni emozionanti, il cuore del sub si fa gonfio alla vista di ondate di pesci e incuriosito dalla moltitudine, si avvicina e inizia a scorgere pian piano un’enorme ombra. Tra l’entusiasmo di scoprire nuove grotte sotterranee e la paura di essere di fronte ad un mostro marino, ecco che si tranquillizza e si esalta alla vista di un antico relitto, il Marte di Capo Ferrato. Come un ramoscello spezzato dalla forza del vento, il vecchio combattente si adagia da tempo nel letto di sabbia bianca e con i suoi fedeli compagni impreziosisce i fondali del golfo. Ricordando storie fantastiche su barche abissali, come un cercatore di tesori, si addentra su sentieri inesplorati segnati da travi oblique e dai deboli raggi solari che trafiggono il mare. Conscio di non appartenere a quel mondo, lo slancio sulle pinne fa nascere un senso di malinconia intaccata dalla consapevolezza, durante la risalita, che quel mondo sarà sempre lì ad aspettarlo.

Diving
Fondale Capo Carbonara

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