Il pane sardo

Prodotto attraverso rituali unici e affascinanti nelle sue varie forme e differente per ogni occasione è elemento sacro e protagonista nelle tavole. Il museo del pane rituale di Borore è un luogo dove sembra quasi di essere catapultati indietro nel tempo; l’aria che si respira richiama il sacrificio del raccolto e la felicità delle feste, utilizzando gli attrezzi di un tempo e da semplici visitatori si diventa partecipi della tradizione. Viene creata la tua esperienza nella lavorazione del pane sardo affiancato da donne sapienti e da mani lavoratrici, non ci sono industrie e non ci sono meccanicismi, semplicemente la creatività e la tradizione insite nei cuori e nelle menti delle donne sarde. La principale conoscitrice di quest’arte della Sardegna, perché di arte si parla, è la donna sarda che con abili mani riesce a fare di un cibo essenziale come il pane, decorazioni da tavola. Il coccoi di pregiata lavorazione era destinato a famiglie agiate che estasiate dalle minuziose decorazioni di spighe, rose, margherite, uva e pavoncelle avevano timore persino a sfiorarle, per paura di rovinare un’opera d’arte fatta di morbidezza. Il coccoi nella tradizione sarda assume elevata importanza; elaborato per cerimonie quale il battesimo e il matrimonio è addobbo di tavole tinte a festa. La sposa doveva impastarlo e confezionarlo assieme a parenti ed amici: era il momento in cui la sposa dava ai propri invitati la dimostrazione di essere una brava massaia. È giornata di festa in paese, è la Santa Pasqua ed i bambini, ancor oggi, ricevono in regalo dalle nonne il cosiddetto pane con l’uovo, il coccoi cun s’ou, che viene percepito come sacro e di buon augurio.

Il coccoi è quello più radicato nella tradizione e rimane il meno conosciuto. Gli altri pani che popolano la tavola sono diversi come la spianata morbida che accompagna, come fosse un tramezzino, nei picnic in campagna o nelle giornate al mare o come il pistoccu di più grossa consistenza accompagna gli aperitivi di carne e pesce condito di pomodorini rossi d’arborea.

Non è solo un cibo essenziale nella tavola di tutti i giorni, ma permea nella tradizione sarda al pari del costume sardo, della musica sarda e della lingua sarda elementi identificanti la Sardegna in tutta la sua originalità e vivacità.